Cresciuto in mezzo alle donne (la madre e sei sorelle), Giacomo Puccini era innamorato delle donne e dell’amore. Per poter comporre egli aveva bisogno di innamorarsi, di provare quel sentimento passionale e struggente che è il vero motore dei suoi drammi. Egli celebra l’universo femminile con grande sensibilità. Le figure pucciniane non rivendicano mai una autonomia personale ma vivono tutte in funzione del loro sentimento: Manon, amante infelice, peccatrice senza malizia; Mimì, fragile e affettuosa, che vive solo in quanto ama; Tosca, passionale e appassionata; Butterfly, ovvero l’amore che va oltre ogni ragione; Turandot, principessa gelida e distaccata. E queste donne sono arrivate fino a noi e vivono “eternamente”.